Il Lucca Center of Contemporary Art di Lucca ospita ad Aprile e Maggio “Paint?! Gianfranco Zappettini e l’astrazione analitica europea”.
Fondatore, assieme al collega tedesco Winfred Gaul e al critico Klaus Honnef, della Pittura Analitica, Zappettini ha contribuito con i suoi celebri “bianchi”, le “tele sovrapposte” e i suoi scritti teorici alla riformulazione del linguaggio-pittura, dopo l’annichilimento dell’Arte Concettuale.
La mostra, a cura di Maurizio Vanni e Alberto Rigoni, presenta 30 opere di Gianfranco Zappettini insieme a quelle di alcuni tra i principali rappresentanti dell’astrazione analitica europea degli anni Settanta: Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Noël Dolla, Ulrich Erben, Winfred Gaul, Raimund Girke, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Rudi van de Wint, Claudio Verna, Claude Viallat e Jerry Zeniuk.
“Zappettini non si serve di colori per belle arti, bensì di cromie e oggetti industriali desunti dall’edilizia o elementi plastici atipici per la pittura. Ne risultano opere con una stesura meccanica e unita del colore di fondo, che concettualmente avrebbe potuto essere realizzata anche da un’altra persona, molto diversa dalle pennellate cariche di emozioni e stati d’animo. La tela è il palinsesto ideale per questi procedimenti che si predispongono ad alterare la superficie con l’utilizzo di materiali inconsueti e decontestualizzati: dallo spago al nylon fino ad arrivare alla griglia gommosa wallnet, dalle resine alla polvere di quarzo, dal gesso ai granuli di marmo, dalla tecnica fotografica alla grafite. Zappettini cerca l’interazione tra tutti gli elementi che decide di utilizzare sulla tela creando una sorta di movimento statico, di disturbo tattile in grado di emancipare, con il colore, l’essenza dei materiali utilizzati”.
Maurizio Vanni
“Estinguersi o rinascere, altre scelte non c’erano. Il bivio in cui si imbatté la Pittura alla fine degli anni Sessanta non aveva una terza soluzione. Avrebbe ceduto all’Arte concettuale, abdicando dal suo millenario ruolo di disciplina protagonista e rassegnandosi a quello di comparsa? O avrebbe ritrovato in se stessa le ragioni della propria centralità tra tutte le arti? […] Chi amava la Pittura ci sperava e ripensava a quando, oltre un secolo prima, la nascita della Fotografia aveva scosso il placido corso della storia dell’arte: dopo l’invenzione di Louis Daguerre, la Pittura ormai liberata dall’ambizione di riprodurre in modo fedele la realtà, aveva imboccato la via feconda che avrebbe condotto all’Impressionismo. Se era già successo una volta, ci si poteva credere ancora. Ma da dove si doveva ricominciare?”
Alberto Rigoni
Note biografiche
Gianfranco Zappettini è nato a Genova nel 1939.
Nel 1962 tiene la sua prima personale alla Società di Belle Arti di Genova a Palazzetto Rosso. Nello stesso anno entra nello studio genovese dell’architetto tedesco Konrad Wachsmann, che ne influenza la pittura orientandola verso una ricerca di tipo strutturale. Nel 1967 è a Parigi e visita gli studi di Alberto Magnelli e di Sonia Delaunay; a Zurigo quello di Max Bill. In Italia frequenta Mauro Reggiani e Mario Nigro. L’anno seguente conosce il pittore tedesco Winfred Gaul, cui lo legherà una fraterna amicizia e tramite il quale frequenterà l’ambiente artistico tedesco e olandese. Nel 1971 è invitato alla mostra “Arte concreta” al Westfälischer Kunstverein di Münster, a cura di Klaus Honnef: il critico tedesco nel 1974 dà vita alla Pittura Analitica alla quale Zappettini contribuisce con numerosi scritti e i quadri “bianchi”. La ricerca del “grado zero” della Pittura, attraverso l’analisi di processi e strumenti specifici, mira alla determinazione di tale disciplina come linguaggio autonomo e autoriflessivo. Espone nelle principali mostre sulla situazione della Pittura di quegli anni: “Tempi di percezione” (Livorno, 1973), “Un futuro possibile” (Ferrara, 1973), “Geplante Malerei” (Münster e Milano, 1974), “Analytische Malerei” (Düsseldorf, 1975), “Concerning Painting…” (itinerante in vari musei olandesi, 1975-1976). Nel 1977 è invitato a “Documenta 6” di Kassel e nel 1978 è presente alla mostra “Abstraction Analytique” al Museo d’Arte Moderna di Parigi. Il 1980 segna una svolta radicale, sia sul piano biografico sia su quello artistico: Zappettini inizia una fase di ricerca spirituale, in particolare in ambito Sufi, che da allora ne contraddistingue il suo percorso. Di recente si è concentrato sul valore metafisico della trama e dell’ordito, dualità sulla quale negli ultimi anni ha declinato l’indagine su colori come il blu, il rosso, il nero, il giallo, oltre al tipico bianco. Nel 2007, la Fondazione VAF-Stiftung di Francoforte gli ha dedicato un’imponente monografia.
Tra le recenti mostre collettive vanno ricordate “Pittura analitica. I percorsi italiani. 1970-1980”, Museo della Permanente (Milano, 2007), “Pittura aniconica”, Casa del Mantegna (Mantova, 2008), “Analytica”, Annotazioni d’Arte (Milano, 2008), “Pensare pittura”, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce (Genova, 2009), “Analytische Malerei”, Forum Kunst (Rottweil, 2011). Tra le personali dedicategli in quasi cinquant’anni di attività da spazi pubblici e privati, vanno almeno citate quelle tenute al Westfälischer Kunstverein (Münster, 1975), all’Internationaal Cultureel Centrum (Anversa, 1978), al Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce (Genova, 1997), al CAMeC-Centro d’Arte Moderna e Contemporanea (La Spezia, 2007), al Forum Kunst (Rottweil, 2007, con Paolo Icaro), al Forte di Belvedere (Firenze, 2008), alla Villa La Versiliana (Pietrasanta, 2010).
Vive e lavora a Chiavari.
Details:
Tel. +39 0583 571712 – Fax +39 0583 950499 – info@luccamuseum.com
Lu.C.C.A Museum
31 marzo – 27 maggio 2012
orari: da martedì a domenica 10-19
ingresso:libero





