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Fagioli al fiasco

“Carissimo Signor Giulio, riceverà un poco di fagiuoli; sono di quelli straordinari e si cuociono così: si mettono al fuoco in acqua fredda (l’acqua deve essere una dose giusta, né troppa, né poca), devono bollire due ore a fuoco lento e quando sono cotti non devono restarci che tre o quattro cucchiai di brodo. Ergo, attenzione alla dose dell’acqua. N.B. Quando si mettono al fuoco bisogna aggiungere quattro o cinque foglie di salvia, due o tre teste d’aglio intere, sale e pepe e quando sono (i fagiuoli) a mezza cottura, metterci un poco d’olio a bollire insieme”. 

Così scriveva Giacomo Puccini a Giulio Ricordi, per preannunciare all’editore l’arrivo di “un poco” di fagioli e indicandogli come cucinarli in una delle ricette più care al compositore toscano. Meglio, poi, se i fagioli erano quelli di Sorana, che Puccini prediligeva!
Sembra che il Sor Giacomo andasse spesso a far visita all’anziana sorella Iginia, monaca in un convento di Lucca con il nome di Giulia Enrichetta, spinto non solo dall’amore fraterno, ma anche dalla passione per i fagioli cotti al fiasco che mangiava al refettorio.

Ingredienti
Fagioli secchi – acqua – olio d’oliva – aglio – salvia – pepe nero 
Preparazione 
Prendere dei fagioli secchi e porli in ammollo dalla sera precedente. 
In un fiasco di terracotta mettere i legumi, dell’olio d’oliva, spicchi d’aglio, foglie di salvia e aggiungere tanta acqua d’affogare i fagioli. 
Chiudere il fiasco con un tappo di terracotta, al fine di far uscire il vapore durante la cottura ed adagiarlo in un letto di brace, badando bene che il liquido non bolla mai. 
Lasciare sobbollire per cinque o sei ore.