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Il Paleolitico nella Toscana nord-occidentale

Il Paleolitico nella Toscana nord-occidentale / Palaeolithic man in north-west Tuscany

Il Paleolitico, (o "antica età della pietra"), è la fase storica, iniziata circa 2.500.000 anni fa, nella quale, in Africa, si è evoluto l'Homo habilis e poi tutte le successive specie umane. Il Paleolitico è compreso nel Pleistocene, uno dei periodi in cui i geologi ed i naturalisti suddividono, in base ai cambiamenti climatici, il Quaternario, l'era geologica attuale.
Per l'esigenza di classificare schematicamente i periodi culturali e le principali fasi dell'evoluzione della tecnologia dell'uomo, gli archeologi hanno suddiviso il Paleolitico in tre diversi periodi: Paleolitico antico (da 2.500.000 a 250.000 anni da oggi), Paleolitico medio (da 250.000 a 35.000 anni da oggi), Paleolitico superiore (da 35.000 a 10.000 anni da oggi).
Questa suddivisione cronologica, che si riferisce al cambiamento culturale, non coincide del tutto con quella proposta dai geologi e dai naturalisti per suddividere i diversi periodi climatici del Quaternario, i quali vengono distinti in base a cambiamenti molto più ampi e graduali dell'ambiente naturale.
La conquista culturale più importante del Paleolitico antico fu, senza dubbio, la produzione diretta del fuoco, che permise anche la cottura della carne e quindi determinò importanti cambiamenti nell'apparato masticatorio e nelle condizioni di vita dell'uomo. Questa importante acquisizione venne probabilmente raggiunta per la prima volta in Africa, circa 1.000.000 di anni da oggi, mentre in Asia e in Europa l'uso e la produzione del fuoco sono attestati con certezza solo a partire da circa 500.000 anni fa.
In generale, mentre il Paleolitico medio si riferisce alla diffusione di Homo neanderthalensis, l'ultimo periodo del Paleolitico, il Paleolitico superiore, si riferisce alla presenza di Homo sapiens e all'ulteriore sviluppo tecnologico nella fabbricazione degli strumenti in pietra. Un passo assai importante nell'evoluzione culturale dell'umanità preistorica è considerato la comparsa, nel Paleolitico superiore, delle prime rappresentazioni artistiche, l'"arte rupestre", o "arte parietale" , che raffigura animali di stile naturalistico dipinti con ocra e carbone, oppure incisi sulle pareti delle grotte, e l'"arte mobiliare" che comprende vari tipi di piccoli manufatti, come utensili scolpiti, oggetti ornamentali in osso, pietre incise o dipinte in ocra a soggetto animale o geometrico. L'arte parietale paleolitica è concentrata soprattutto nell'area sud-europea, in Spagna (grotte di Altamira) e in Francia (grotte della regione della Dordogna). In Italia è presente nelle grotte della Liguria (Balzi Rossi presso Imperia), della Puglia (Grotta Paglicci presso Foggia e Grotta Romanelli presso Otranto), della Calabria (Grotta del Romito di Papasidero) e della Sicilia (Grotte dell'Addaura e di Niscemi presso Palermo e Grotta del Genovese a Levanzo). L'arte mobiliare è molto più diffusa ed è presente in diversi siti archeologici europei ed italiani; in Toscana abbiamo un significativo esempio di volto umano inciso su una pietra calcarea, rivenuto insieme ad altri manufatti incisi nel Riparo di Vado all'Arancio presso Grosseto.
Nella Toscana nord-occidentale, per quanto riguarda il Paleolitico antico, mancano le testimonianze della presenza delle specie umane più arcaiche, i cui strumenti in pietra sono invece stati ritrovati in abbondanza nella vicina Valle dell'Arno e nell'area costiera livornese. I sedimenti riferibili al periodo della frequentazione della Versilia, della Garfagnana e della Lunigiana da parte di Homo Heidelbergensis sono sepolti infatti sotto sedimenti accumulatisi in età più recente.
Nella nostra area è documentata esclusivamente la presenza di Homo neanderthalensis, da 90.000 a 40.000 anni da oggi, ovvero nel Paleolitico medio, e di Homo Sapiens nel Paleolitico superiore, da circa 35.000 a 10.000 anni da oggi.
Homo neanderthalensis, i cui resti furono i primi reperti fossili umani ad essere riconosciuti e studiati dagli antropologi nella Valle di Neander in Germania nel 1856, è oggi ben conosciuto a seguito dei numerosi ritrovamenti avvenuti in Europa e in Asia. I neandertaliani avevano ossatura e muscolatura robuste e possedevano caratteristiche scheletriche lievemente diverse da quelle dell'uomo moderno, soprattutto nella forma del cranio, che era più basso e più sviluppato in larghezza e lunghezza e presentava fronte sfuggente ed un accentuato spessore delle arcate sovraorbitarie. Per ragioni non ancora note agli studiosi di Antropologia, l'Uomo di Neandertal si è estinto in tutte le aree geografiche intorno ai 28.000 anni da oggi.
In Italia resti scheletrici di neandertaliani, rari e frammentari, da non poter essere considerati delle sepolture intenzionali, sono stati trovati esclusivamente in grotte della Liguria, del Lazio, della Campania, dell'Abruzzo, della Puglia e della Calabria, databili a partire da 90.000 anni da oggi, mentre sono ovunque numerosissimi i ritrovamenti dei loro strumenti. Nella Toscana nord-occidentale la presenza dei resti scheletrici neandertaliani è documentata soltanto alla Buca del Tasso (Camaiore), dove è stato ritrovato il femore di un bambino di circa 9 anni di età, mentre sono numerosi i ritrovamenti di utensili e di resti ossei della fauna cacciata dai neandertaliani a scopo alimentare.
Nel Paleolitico superiore i resti scheletrici di Homo sapiens sono più numerosi sia in Europa che nell'area del Mediterraneo orientale. Si tratta di sepolture intenzionali, con rituale che prevedeva spesso la presenza di oggetti personali di accompagnamento (ornamenti, utensili, etc) come corredo funebre, provviste alimentari e l'uso di cospargere il defunto con l'ocra. La sepoltura più antica della storia umana, una donna con un bambino posto ai suoi piedi, databile a circa 100.000 anni da oggi, è stata rinvenuta a Qafzeh presso Nazareth, in Palestina.
La presenza di Homo sapiens, nella Toscana nord-occidentale è documentata soltanto da ritrovamenti di utensili in pietra e di faune cacciate, ma non ancora da resti scheletrici. Nella Toscana meridionale l'unico sito archeologico che ha restituito resti umani del Paleolitico superiore è il Riparo di Vado all'Arancio (Grosseto), nel quale furono sepolti un adulto di circa 20 anni ed un bambino di due anni.

Details:

Le testimonianze archeologiche reperite in varie parti dell'Europa, dell'Asia e dell'Africa, documentano che le abitazioni erano in grotta, oppure in capanne all'aperto, costruite a volte con una base di pietre interrate e copertura di arbusti o pelli di animali. Nel Paleolitico medio si trattava sempre di ripari temporanei frequentati per brevi periodi di tempo, mentre nel Paleolitico superiore venivano costruiti in alcuni casi dei veri e propri accampamenti organizzati all'aperto, abitati per più lunghi periodi di tempo.
Nella Toscana nord-occidentale manca qualsiasi tipo di testimonianza di strutture abitative paleolitiche. In particolare non conosciamo il tipo di abitazione dei neandertaliani, ma i loro strumenti, ritrovati sporadicamente nelle grotte della Versilia e della Lunigiana e con più abbondanza nel Lago di Massaciuccoli, permettono di ipotizzare che nella fase temperata di circa 40.000 anni da oggi le loro abitazioni temporanee fossero poste sia nelle zone di montagna che nelle pianure costiere. Si può invece certamente presumere che nel periodo glaciale del Paleolitico superiore i cacciatori-raccoglitori organizzassero i loro accampamenti temporanei proprio nella bassa pianura, dove la temperatura era più mite. Con il miglioramento climatico del periodo post-glaciale i gruppi di cacciatori-raccoglitori ripresero a frequentare le zone più elevate, come anche gli animali tipici di montagna quali stambecco, camoscio e marmotta. Nelle Alpi Apuane, sono numerosi i ritrovamenti di industrie litiche della fase finale del Paleolitico superiore, soprattutto nei Comuni di Castelnuovo Garfagnana, Careggine, Molazzana. I siti archeologici più importanti sono quelli di Isola Santa, Riparo Piastricoli, Riparo Fredian. In Val di Lima il Paleolitico superiore finale è attestato nella Grotta delle Campane e nella Grotta di Ponte Nero nel Comune di Bagni di Lucca. Si tratta di "campi base" situati in grotta e all'aperto, in prossimità dei fondovalle. Invece accampamenti di alta quota si ritrovano nell'area montana di Piazza al Serchio, fino agli alti crinali dell'Appennino, dal Passo di Pradarena al Passo delle Forbici, dove numerose località hanno restituito strumenti in selce di questo periodo. Al Parco dell'Orecchiella sono da ricordare le officine litiche di La Greppia e Casini di Corte, legate all'approvvigionamento ed alla lavorazione della selce locale. Anche in alta Versilia i recenti scavi a Grotta all'Onda (Camaiore) hanno portato alla luce i resti di un focolare attribuibile alla fase finale del Paleolitico superiore.

Nel Paleolitico antico i nostri antenati, pur costruendo strumenti in pietra, non erano in grado di cacciare selvaggina di grossa taglia e si nutrivano di resti di animali predati dai numerosi carnivori che popolavano il territorio.
La tecnica di scheggiatura della pietra permise di ottenere utensili di varia forma per scarnificare le prede, dagli archeologi definiti nel loro insieme "strumenti litici" o "industria litica". All'inizio l'industria litica fu molto rudimentale: gli strumenti erano ricavati da grossi ciottoli fluviali sulla cui estremità, per renderne i bordi taglienti, venivano asportate delle schegge tramite un'altra pietra usata come percussore. Questi primi utensili sono denominati "choppers". Strumenti più complessi, che vennero ottenuti scheggiando i ciottoli su tutta la superficie, ricavandone utensili dalla tipica forma a mandorla, sono definiti "bifacciali" o "amigdale". Con il passare dei millenni e con il progresso evolutivo umano gli strumenti si diversificarono e diventarono sempre più specializzati. Sicuramente fin dai più antichi periodi della storia dell'uomo fu usato anche il legno, i cui prodotti non sono stati però rinvenuti, poiché tale materiale si dissolve in brevissimo tempo in quasi tutti i tipi di terreno.

L'economia dei nostri più antichi predecessori e dei neandertaliani fu caratterizzata dal nomadismo continuo di piccoli gruppi familiari che praticavano la caccia alla selvaggina e la raccolta di frutti selvatici, mentre Homo sapiens viveva in comunità più numerose, continuando a spostarsi sul territorio per seguire le migrazioni dei branchi di animali.
L'"industria litica" di Homo neanderthalensis nel Paleolitico medio è più specializzata rispetto a quella del Paleolitico antico, con utensili quali bulini, raschiatoi, grattatoi, punte, denticolati, strumenti utili per la lavorazione della pelle animale e del legno. I manufatti in pietra erano realizzati in selce, materia prima che gli uomini preistorici scelsero in tutte le parti del mondo, poiché particolarmente tagliente ed adatta ad essere scheggiata, mentre il legno è stato certamente usato per fabbricare lance utili a cacciare animali di grossa taglia, come l'orso delle caverne o il cavallo. L'industria litica dei neandertaliani è definita in tutte le aree geografiche europee Musteriano, dalla località francese di Le Moustier dove per la prima volta è stata individuata e studiata.
Strumenti prodotti dai neandertaliani sono stati ritrovati in Versilia nel bacino di Massaciuccoli (Viareggio/Massarosa), a Grotta all'Onda e alla Buca del Tasso (Camaiore), a Grotta del Capriolo e alla Buca della Iena (Massarosa) , in Lunigiana nelle Grotte di Equi Terme.
Homo Sapiens, adottando nuove tecniche di scheggiatura della materia prima, divenne capace di produrre utensili di forma laminare, lunghi e sottili. Anche l'osso ed il corno vennero ampiamente lavorati per ottenere strumenti di varia forma ed ornamenti.
L'"industria litica" di Homo sapiens nel Paleolitico superiore è stata ritrovata nella Toscana nord-occidentale soprattutto nelle aree più a bassa quota della pianura costiera, poiché durante l'ultima glaciazione le zone montane dovevano essere poco frequentate. La maggior concentrazione di strumenti si ritrova infatti nell'area del lago di Massaciuccoli, nei sedimenti degli strati oggi sommersi, i quali erano invece emersi nel momento di massimo abbassamento del livello del mare. In questa fase glaciale furono anche raggiunte e popolate le isole dell'arcipelago toscano, come l'isola d'Elba e l'Isola di Pianosa. L'unica grotta della Toscana nord-occidentale che fu temporaneamente abitata anche durante la fase fredda è la Grotta del Leone di Agnano (Pisa), proprio perché posta a bassa quota sulla pianura pisana.
Strumenti della fase finale, più temperata, del Paleolitico superiore sono stati rinvenuti invece anche a quote più alte, a Grotta all'Onda e alla Buca della Iena in Versilia e in alta Garfagnana. Si tratta di strumenti di piccole dimensioni in selce, in particolare grattatoi e strumenti a dorso, che venivano immanicati su un supporto di legno. Quest'ultimi costituivano le parti taglienti delle lance utilizzate per la caccia, le quali venivano scagliate utilizzando un particolare utensile, il propulsore, che permetteva di aumentare la lunghezza del lancio.
In questo periodo i gruppi umani che popolavano la montagna praticarono la caccia specializzata allo stambecco; dai resti ossei di questo animale sappiamo che negli insediamenti della Valle del Serchio lo stambecco costituì l'80% delle prede macellate.

Gli eventi climatici che si sono verificati nel Paleolitico hanno condizionato la sopravvivenza dell'uomo, strettamente legata all'ambiente naturale dal quale doveva trarre le risorse per la sua alimentazione. Fasi "glaciali" con temperature molto fredde e forte aridità si alternarono infatti a fasi di clima più temperato e umido dette "interglaciali": gli animali, così come l'uomo, si adattarono alle diverse condizioni ambientali migrando verso nord o verso sud a seconda delle oscillazioni di temperatura. I resti ossei degli animali preistorici, come anche i pollini e i carboni fossili, contenuti nei depositi archeologici, sono quindi importanti per la ricostruzione del clima e dell'antico ambiente vegetale: specie quali il mammuth, il rinoceronte lanoso, l'alce, lo stambecco o la marmotta documentano un clima tendenzialmente freddo, mentre la presenza di rinoceronte e soprattutto di ippopotamo, o di altri animali caratteristici di ambiente più termofilo permette di individuare momenti di clima temperato caldo.
Dallo studio dei resti di organismi vegetali, come di organismi animali, sia marini che terrestri, sappiamo che 40.000 anni da oggi, ovvero nel Paleolitico medio, il momento in cui i neandertaliani abitavano la Versilia e la zona montana interna, il clima era caldo e abbastanza umido. Le pianure costiere erano popolate da cavalli, rinoceronti, leopardi, bovini selvatici, mentre in montagna abbondavano i cervi, i cinghiali, i daini e gli orsi delle caverne. Da 30.000 anni fa (Paleolitico superiore) iniziò un intenso raffreddamento, rilevabile soprattutto tra i 20.000 e i 18.000 anni da oggi, momento di massimo freddo dell'ultima glaciazione. In questa fase spesse calotte glaciali ricoprivano la zona alpina raggiungendo la Pianura Padana, mentre il graduale abbassamento del mare, che arrivò fino a 100 m sotto il livello attuale, scoprì lungo la costa toscana una vasta pianura, con estese paludi, che raggiunse le isole dell'arcipelago. Si espansero foreste di abete bianco, betulla, pino mugo e pino silvestre, che arrivavano fino al livello del mare, mentre sugli alti crinali montuosi si diffuse la vegetazione arbustiva, con prevalenza di ginepro, tipica della steppa. Il successivo e graduale aumento della temperatura media annua, nel corso di migliaia di anni, determinò il ritirarsi delle calotte glaciali alpine e l'aumento della piovosità, ristabilendo lentamente la linea di costa al livello attuale. Le testimonianze di abitazione e di attività dei cacciatori del Paleolitico che si erano depositate su questa ampia fascia costiera, furono quindi successivamente sommerse. Questo miglioramento climatico determinò anche il nuovo espandersi della foresta, ma con specie vegetali di ambiente più caldo quali querce, ontani, noccioli e frassini, provocando la migrazione verso nord degli animali di grossa taglia tipici di ambiente freddo, come il mammuth e il rinoceronte lanoso.