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Luoghi fortificati della Garfagnana

Luoghi fortificati della Garfagnana / The fortifications of Garfagnana

Tracciare un seppur schematico profilo delle vicende territoriali della Valle del Serchio dal periodo medievale significa riferirsi all'eredità che il mondo longobardo ha lasciato a questo territorio, infatti il riverbero della cultura di questa popolazione arriva fino agli albori dell'anno 1000 e alle grandi trasformazioni che caratterizzano quel periodo sotto il profilo sociale e territoriale.
Tali fenomeni, di respiro italiano o addirittura europeo, vedono un rapido incremento demografico, la riappropriazione del controllo del territorio con la bonifica e messa a coltura, la creazione o il ripristino di infrastrutture viarie, lo sviluppo di villaggi e la riorganizzzazione del potere politico e religioso con la creazione delle pievi, poli di diffusione del cristianesimo.
Sono sempre casate di origine longobarda (Suffredinghi, Rolandinghi ed altri) che finiscono per costituire il nucleo orginario delle signorie rurali che emergono probabilmente approfittando del vuoto derivante dalla disgregazione del potere centrale alla fine del periodo carolingio.
Le comunità rurali che avevano avuto fino a quel momento la disponibilità di terreni di proprietà della chiesa o di grandi feudatari laici, la cui presenza si avvertiva solo al momento della riscossione delle decime e dei tributi, avvertono ora il cambiamento derivante dall'esercizio del potere presente sul territorio in maniera diretta dovuto al progressivo affermarsi delle signorie.
Al crescente consolidarsi dell'organizzazione politica locale, si accompagna l'erosione progressiva del diritto feudale di dipendenza dei concessionari del fondo a favore del sistema dei livelli creando così i presupposti per una diversa ripartizione della proprietà dei terreni agricoli che, successivamente, arriverà ad assumere nella Valle del Serchio i caratteri atipici, almeno rispetto al contesto dell'area lucchese, di estrema frammentazione ed diffusione della proprietà.
Questo processo trova dei motivi di accelerazione nella disgregazione o passaggi proprietari di grandi feudi, non ultimo quello della Contessa Matilde.

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A questo generale processo di riammodernamento e riorganizzazione del sistema difensivo, avvenuto in tempi diversi, ma completato agli inizi del XVIII secolo, corrisponde il raggiungimento della stabilità politica con la definitiva composizione di annose vertenze di confine, che nascondevano di fatto il mai sopito desiderio della Repubblica lucchese di riappropriarsi dei territorio dell'alta Valle del Serchio, che avevano dato luogo a periodi di guerra lunghi e cruenti.
Le fortificazioni diventano quindi caserme e presidi a guardia di confini ormai stabili, solo occasionalmente coinvolte in episodi militari di ben più ampio respiro quale l'attraversamento dei rispettivi territori di competenza di truppe richiamate da eventi militari di valenza nazionale.
Comincia così dal XVIII secolo un lento e progressivo disimpegno delle strutture militari che culminò nell'Ottocento con la quasi generale vendita a privati per la loro trasformazione in edifici per civile abitazione o fondi agricoli. Solo da alcuni anni le amministrazioni locali stanno adoperandosi per acquisire questi edifici e restaurali con lo scopo di metterli a disposizione dei turisti e dei cultori della storia.
Il profilo di questi castelli e torri, orami indissolubilmente legato al paesaggio della valle, continua a segnare la cima dei colli a testimonianza di antiche vicende politiche e di episodi di guerra.

La dedizione della maggioranza delle comunità garfagnine agli Estensi costituisce un evento importante per gli assetti politici della valle: una nuova potenza che fino ad allora era rimasta estranea alle vicende di questa terra e che improvvisamente si inserisce nei delicati equilibri con il suo rilevante peso politico. Una dominazione ben accettata dalle popolazioni, durata quasi ininterrottamente per oltre quattrocento anni che assicura alla Garfagnana un lungo e proficuo periodo di stabilità amministrativa.
In questo periodo si assiste alla definitiva spartizione del territorio della Valle del Serchio fra più stati: la Repubblica Lucchese nella porzione meridionale, i Medici di Firenze a Barga, gli Estensi di Ferrara a Nord e i Malaspina nella zona verso la Lunigiana. A complicare la già difficile situazione dei confini interviene poi la presenza di enclave, piccole isole dipendenti da uno stato, all'interno dei confini di un altro (Castiglione e Minucciano) e di "sacche" territoriali come quella medicea di Barga in territorio lucchese.
Questa articolazione di confini e il formarsi di nuovi equilibri territoriali porta fra i secoli XV e XVI alla creazione, o al potenziamento ed ammodernamento di strutture militari in corrispondenza dei confini, dei centri amministrativi, o alla creazione di nuovi grandi complessi militari adatti alle nuove esigenze belliche.
Avviene in questi anni una rivoluzione nell'architettura militare con l'eliminazione delle cortine alte e sottili, si costruiscono mura basse e robuste in grado di assorbire l'energia dei proiettili e di ospitare, sugli spalti, pezzi di artiglieria con cui rispondere al fuoco; le mura di Lucca costituiscono l'esemplificazione di tutto ciò.
Anche nella Valle del Serchio assistiamo alla trasformazione di organismi edilizi con l'ispessimento di sottili mura medievali con massicce cortine e l'introduzioni di torri e baluardi (Camporgiano, Ceserana, ecc.), la demolizione di edifici non più recuperabili al fine di riutilizzare il materiale da costruzione per creare organismi edilizi moderni dotati di bastioni (Verrucole), alla progettazione e realizzazione ex novo di grandi fortezze o cinte murarie (Montalfonso, Cascio).

Con il riconoscimento della personalità giuridica delle comunità della Valle del Serchio, sancito per la prima volta in un diploma di Federico I del 1185, ha inizio il fenomeno di formazione della nuova categoria sociale dei piccoli proprietari rurali con la messa a coltura di nuove terre e la loro progressiva parcellizzazione in unità sempre più piccole.
Attorno all'anno 1000 si può considerare ormai strutturata e quasi completata l'organizzazione insediativa della Valle del Serchio: i borghi presenti costituiscono quasi il 90% di quelli attuali; la loro organizzazione sul territorio è frutto di precise scelte di carattere militare con la scelta di luoghi naturalmente difesi dalla presenza di corsi d'acqua o da fattori di carattere economico legato al più razionale utilizzo delle risorse agricole.
Attorno al 1100 si diffonde il fenomeno dell'incastellamento; le famiglie notabili e i feudi vescovili esercitano di fatto il potere politico locale, in virtù di prerogative imperiali, e, sebbene in forma meno rilevante, sovraintendono anche a quello militare.
Il sistema difensivo risulta in questo periodo molto articolato, in parte ancora strutturato su quello di probabile origine longobarda con torri di avvistamento poste a controllo di confini. Attorno al 1000 inizia a comparire il termine Castellum riferito a varie località e a varie realtà insediative, o rocche destinate ad ospitare un modesto presidio militare o, residenze signorili, spesso vere e proprie fattorie fortificate.
Le vicende storiche con il conseguente abbandono e decadenza, oltre a naturali cause di deperimento fisico o eventi traumatici, distruzioni, e terremoti, hanno visto la scomparsa di questa rete capillare di strutture difensive la cui memoria sopravvive in alcuni casi nei toponimi o è documentata nelle carte di archivio.
Le ricerche in corso, scavi o indagini di superficie, hanno dimostrato l'esistenza di un gran numero di queste strutture, si tratta in genere di edifici di modeste dimensioni costituiti da una cinta muraria che segue l'andamento naturale del terreno appena livellato e da una torre a base quadrangolare; gli elementi architettonici superstiti, quasi sempre limitati alle fondazioni, sono costituiti da parati murari in pietre squadrate o sbozzate messe in opera a filaretto, strette aperture sormontate da robusti architravi monolitici o archi in pietra con conci regolari.
L'equilibrio faticosamente raggiunto fra potere feudale locale, feudi ecclesiastici e libertà comunali viene progressivamente vanificato, a partire dal XIII secolo dall'espansionismo lucchese contrastato dalla altre città ostili a Lucca e dalle consorterie feudali, con complesse fasi che vedono presenti e contrapposte le principali forze politiche in campo; nel 1308 tutta la Valle del Serchio è sotto il dominio lucchese, divisa in sei vicarie, le libertà e le attribuzioni comunali sancite dagli statuti vengono progressivamente svuotate di contenuti sostanziali e gli statuti stessi declassati a regolamenti municipali tanto che l'indipendenza politica dei comuni viene meno con l'accentramento a Lucca di tutto il potere politico e decisionale.

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