Ogni estate la Rassegna del Maggio presenta una selezione di spettacoli delle compagnie di “maggianti” garfagnini ed emiliani.
Il Maggio è una forma di teatro popolare diffusa nella zona dell’appennino tosco-emiliano che ha una storia antichissima, complessa e stratificata. La rappresentazione, che narra in genere uno scontro tra due fazioni (spesso turchi e cristiani), comincia con una processione di “maggianti” che, al suono dell’orchestra, delimitano lo spazio in cui avrà luogo l’azione drammatica. La recitazione dei maggianti è spesso stilizzata e i loro gesti hanno valore simbolico: ad esempio un maggiante che si muove con passo lento indica che il personaggio sta compiendo un viaggio. I maggianti cantano la loro parte con schemi metrici ben definiti, che in genere derivano da quelli classici della poesia italiana (ottave, quintine e quartine di ottonari, endecasillabi). Spesso anche le trame sono tratte dai classici epico-cavallereschi della letteratura italiana (Orlando Furioso, Gerusalemme Liberata).
La manifestazione è curata dal Centro Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca, in collaborazione con le numerose compagnie di maggianti cui va il merito di tenere viva questa tradizione. Alla realizzazione della rassegna contribuiscono le Provincie di Lucca e di Reggio Emilia, le Comunità Montane della Garfagnana e dell”Appennino Reggiano e il Comune di Villa Minozzo.
Domenica 27 giugno
ore 15.30 – Carbonaia di COSTABONA (RE)
Società del Maggio Costabonese
“Il Medaglione di Gradessa” di Daniele Monti
ore 15.30 – Ex scuola elementare di Pieve di Compito – CAPANNORI (LU)
Gruppo Folclorico di Pieve di Compito
“Né per scherso, né per burla” di Marco Nicolosi (zingaresca)
Details:
F. Baroni, Maggio . Ipotesi su un fenomeno di teatro popolare, Catalogo della mostra
Immagini del maggio, Centro Tradizioni popolari, Lucca 1987
A.Prosperi, La religione della Controriforma e le feste del maggio nell”Appennino
tosco-emiliano, in “Critica storica”, XVIII, n. 2, 1981
G. Giannini, Teatro popolare lucchese, Carlo Clausen, 1895
Elisa Gabrielli, Centro Tradizioni Popolari
tel 0583 417297
info@centrotradizionipopolari.it
Centro Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca
La forma attuale del Maggio risale all’ottocento, ma la sua storia è molto più antica. Per la complessità dell’argomento rimandiamo alla bibliografia; basta qui ricordare che dal XVII secolo al XVIII secolo sono molte le attestazioni di divieti da parte delle autorità politiche del territorio lucchese, massese e lunigianese a cantare il maggio. A dare forma al Maggio contribuiscono diversi elementi e tradizioni su cui in maniera differente si sono concentrati gli studi storici. Il D’Ancona ha così rintracciato le origini del Maggio nelle sacre rappresentazioni rinascimentali di area fiorentina, mentre il Toschi ne ha studiato gli aspetti folclorici legati ai riti primaverili della fecondità. Prosperi ha poi sottolineato l’importanza dell’intervento dei Gesuiti nella diffusione di forme teatrali popolari come il Maggio, vietate in un primo momento dalla Controriforma perché veicolo di una religiosità non ortodossa. Le festività tradizionali legate ai cicli della natura, e le rappresentazioni teatrali (in senso lato) ad esse connesse, vennero reinterpretate in forme tali da poter essere strumento di diffusione del cattolicesimo ufficiale. Baroni ha ribadito la necessità di un approccio allo studio del maggio che tenga conto della sua stratificazione storica e che quindi rinunci ad ogni tentativo di interpretazione unilaterale.





