Alla Galleria d’Arte Barbara Paci, dal 28 maggio al 17 luglio è aperta la mostra “Il Labirinto del mondo” di Agostino Rocco.
Rocco presenta una decina opere di varie dimensioni, tutte realizzate nel 2011 appositamente per questa mostra: sono immagini fotografiche elaborate digitalmente nella cui composizione sono evidenti i riferimenti alla storia dell’arte: da Van der Goes a Kalf, da Chardin a Lotto, a Holbein.
Cenni biografici
Nato a Padova nel 1971, città dove vive e lavora. Si dedica prestissimo allo studio della Storia dell’Arte, e in modo speciale al lavoro di quei maestri che diventeranno e resteranno costante fonte d’ispirazione: i grandi toscani del XV secolo e i coevi fiamminghi, per poi passare alla fortunata stagione secentesca e soprattutto le scuole francese e olandese.
Apprende le tecniche pittoriche da autodidatta, osservando, studiando e anche copiando dal vero così da definire ben presto la propria poetica ed esprimerla in una pittura figurativa, ispirata a stilemi e prassi esecutive di tradizione specialmente attinte da antichi manuali di tecnica pittorica e saggi. Infatti la sua pittura, come più di recente la fotografia (metodo espressivo a cui si è votato quasi in esclusiva negli ultimi tre anni), è più un esercizio di dialettica, un dialogo con la bellezza e l’umano che affiora dalla tradizione artistica in ogni tempo e latitudine. Le sue opere traggono linfa non solo dalle arti visive, ma dall’opera lirica, la letteratura, la mistica, l’esoterismo fino anche all’etologia e la botanica e tutto il fitto e ricco mondo di simboli ad essi legati. Presente in numerose prestigiose collezioni private e pubbliche (tra tutte al Museo Nazionale di Saint Cloud a Parigi), ha partecipato a numerose iniziative nazionali e internazionali (tra le quali Biennale di fotografia di Jinan, Cina, e Art Basel Miami).





