La torre d’avorio
di Ronald Harwood
traduzione di Masolino D’Amico
con Luca Zingaretti, Massimo de Francovich
e con Paolo Briguglia
Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia
regia Luca Zingaretti
scene Andrè Benaim
costumi Chiara Ferrantini
luci Pasquale Mari
Zocotoco S.r.l.
In scena martedì 4, mercoledì 5 e giovedì 6 marzo ore 21.00.
Berlino 1946. E’ il momento di regolare i conti, e la cosiddetta denazificazione – la caccia ai sostenitori del caduto regime – è in pieno svolgimento. Gli alleati hanno bisogno di prede illustri, di casi esemplari che diano risonanza all’iniziativa. Viene così convocato, nel quadro di una indagine sulla sua presunta collaborazione con la dittatura, il più illustre esponente dell’alta cultura tedesca, vale a dire il direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler, universalmente acclamato accanto a Toscanini come il maggiore della prima metà del secolo. Furtwängler non era stato nazista, e anzi non aveva nascosto di detestare le politiche del Terzo Reich; era anche riuscito a non prendere mai la tessera del partito. Ma nel buio periodo dell’esodo di molti illustri intellettuali che avevano preferito trasferirsi all’estero piuttosto che continuare a lavorare in condizioni opprimenti, era rimasto in patria, e aveva svolto la sua attività in condizioni privilegiate. Aveva scelto, in tempi durissimi, di tenere accesa la fiaccola dell’arte e della cultura, convinto che questa non abbia connotazione politica; e aveva sfruttato il suo prestigio per aiutare, all’occorrenza, persone perseguitate o emarginate. Si era anche scaricato la coscienza barcamenandosi per esibirsi nel minor numero possibile di occasioni ufficiali; pur di non stringere la mano a Hitler, in una occasione famosa e fotografata, aveva fatto in modo di continuare a impugnare la bacchetta con la destra. Dai suoi compatrioti, quasi tutti melomani, era sempre stato venerato alla stregua di una divinità super partes, e anche dopo la fine della guerra nessun tedesco si era sentito di addebitargli alcunché.
Ma ecco ora che i vincitori vogliono vederci chiaro, e se possibile far crollare anche questo superstite mito della superiorità germanica. Consapevoli del fascino che il grande artista esercita su tante persone, essi affidano l’indagine a un uomo che dà ogni garanzia di esserne immune: un maggiore dell’esercito che detesta la musica classica, venditore di polizze assicurative nella vita civile e quindi molto sospettoso nei confronti del prossimo; un plebeo che disprezza le sdolcinatezze borghesi; un giustiziere sacrosantamente indignato dalle ingiustizie e dalle atrocità che ha visto perpetrare in questa corrottissima zona dell’Europa; soprattutto, un americano convinto nell’eguaglianza di tutti gli uomini sia nei diritti sia nelle responsabilità. (Masolino d’Amico)
Details:
Stagione Teatrale 2013-2014
Ottobre 2013
La scena: ven 11, sab 12 – ore 21.00 / dom 13 – ore 16.30
Novembre 2013
Iliade: ven 8, sab 9 – ore 21.00 / dom 10 – ore 16.30
Les Ballets Trockadero de Monte Carlo: dom 17 – ore 21.00
Carmen: sab 23 ore 20.30 / dom24 ore 16.00
Penso che un sogno così: ven 29, sab 30 – ore 21.00 / dom 1 – ore 16.30
Dicembre 2013
Il ritorno a casa: ven 6, sab 7 – ore 21.00 / dom 8 – ore 16.30
Falstaff: ven 13 ore 20.30 / dom 15 ore 16.00
Royal Mongolian Ballet Vento d’Oriente: sab 21 – ore 21.00
Gennaio 2014
Due di noi: ven 10, sab 11 – ore 21.00 / dom 12 – ore 16.30
Ailey ® II; gio 23 – ore 21.00
Zio Vanja: ven 24, sab 25 – ore 21.00 / dom 26 – ore 16.30
Febbraio 2014
Il Matrimonio Segreto: ven 7 ore 20.30 / dom 9 ore 16.00
Non si sa come:ven 14, sab 15 – ore 21.00 / dom 16 – ore 16.30
Les Contes D’Hoffmann: sab 22 ore 20.30 / dom 23 ore 16.00
Compagnia Virgilio Sieni: mar 25 – ore 21.00
Marzo 2014
La Torre d’avorio: mar 4, mer 5, gio 6 – ore 21.00
in macchina . parcheggiare fuori porta San Pietro e , oltrepassata la Porta, proseguire in via S. Girolamo fino alla piazza del Giglio.
Bus -navetta dal parcheggio a pagamento in Viale Carducci.
Dalla stazione FS percorrere Viale regina Margherita fino a Porta San Pietro, quindi, oltrepassata la Porta, proseguire in via S. Girolamo fino alla piazza del Giglio.
Centralino: Tel. 0583/46531
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Azienda Teatro del Giglio
Il Teatro del Giglio ha una storia prestigiosa. Lucca, città-stato autonoma fino al periodo napoleonico, è sempre stata un centro dalla cultura vivace: già nel XVII secolo erano attive due sale teatrali pubbliche, che però non erano sufficienti a soddisfare le esigenze degli abitanti. Nel 1675 fu inaugurato il Teatro Pubblico, dopo che una Commissione di cittadini aveva studiato la possibilità di riadattare a tale fine l’antico convento dei Gesuati. L’edificio fu distrutto da un incendio nel 1688, e fu ricostruito quattro anni dopo, secondo il progetto originale di Francesco Buonamici. Caduta la repubblica nel 1799, per il Teatro cominciò un periodo di decadenza che durò fino al 1817, quando cominciarono i lavori di costruzione del nuovo edificio su progetto di Giovanni Lazzarini. Il nuovo Teatro, per cui la sovrana di Lucca Maria Luisa di Borbone scelse il nome di “Teatro del Giglio”, fu inaugurato nel 1819.
Da allora il Teatro del Giglio è sempre stato uno dei palcoscenici più importanti del panorama nazionale. Nel 1985 gli è stata riconosciuta la qualifica di “Teatro di Tradizione”, un titolo che lo accomuna a pochi altri grandi teatri storici italiani.





