La Valdicastello, situata nella parte centrale della Versilia, è caratterizzata da una grande varietà morfologica: attraversata dal torrente Baccatoio, è dominata dal massiccio del monte Lieto (m 1016 s.l.m.), mentre colline gradatamente più dolci la fiancheggiano fino allo sbocco in pianura del corso d'acqua. La consistente documentazione archeologica ci offre l'opportunità di seguirne le complesse vicende umane in un arco di tempo che va dalla preistoria fino all'alto medioevo.
La presenza di ricchi giacimenti di rame ha attirato il popolamento in questo distretto fin dall'età dei metalli, quando genti dell'
Eneolitico seppelliscono i loro morti nella Buca della Gigia e nella Tana della Volpe. L'abitato, che durante le fasi iniziali del
Bronzo finale è insediato sulla sommità del
monte Lieto, in posizione di controllo degli alti pascoli, tende, in un momento avanzato del Bronzo finale, a scendere ai piedi del monte, su un rilievo collinare in località
La Costa. Con l'inizio dell'età del
Ferro, attestata dalla chiusura di un ripostiglio di metalli a Colle alle Banche, per lo stimolo esercitato dai traffici costieri, il popolamento si proietta verso la pianura e il mare, come documenta l'insediamento relativo alla necropoli del Baccatoio. Materiali databili tra l'età
arcaica a.C. e l'età
tardoantica, rinvenuti presso la
pieve di S. Giovanni e S. Felicita, documentano la costante presenza umana fino alle soglie dell'alto medioevo.
(testo di Fabio Fabiani)
Notizie Storiche
Nel 1861, durante i lavori di costruzione della linea ferroviaria Genova-Roma, fu individuata una necropoli situata allo sbocco a valle del torrente Baccatoio. Dello scavo rimangono oggi solo la descrizione dei corredi e due tavole di disegni realizzati dall'erudito Salvatore Bongi, testimone oculare del recupero, mentre i materiali risultano dispersi. La necropoli comprendeva oltre cinquanta tombe a
cassetta, contenenti il
cinerario e oggetti di corredo. Il cinerario, a corpo sferico su piede e con alto collo, trova strette analogie con quelli rinvenuti nella necropoli ligure di Chiavari. Anche i bronzi dei corredi, quali
armille a filo ritorto e di verga aperta, catenelle muntiple con pendenti piriformi, rasoi lunati, mostrano notevoli affinità con i corredi di Chiavari.
Non resta traccia dell'insediamento a cui l'area sepolcrale è riferibile. La necropoli sembra esaurirsi entro la fine del VII secolo a.C., quando nel territorio si fanno sempre più sensibili le manifestazioni di acculturazione in senso etrusco