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Necropoli di S. Concordio-via Squaglia

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Informazioni

Stagione consigliata: tutto l'anno
Epoca: Fine VII secolo, prima metà VI secolo a.C.
Frazione / Località: Lucca, località S. Concordio
Comprensorio: Piana di Lucca
Contatti: Museo Nazionale di Villa Guinigi
  
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Rinvenuta casualmente nel 1982 nell'attuale periferia sud-orientale di Lucca, la necropoli di via Squaglia è riferibile ad un piccolo abitato etrusco sorto alla fine del VII secolo a.C. lungo il corso dell'Auser e costituisce, per questo periodo, uno dei punti più avanzati dell'insediamento etrusco nella piana lucchese.
Lo scavo ha restituito otto sepolture intatte, mentre due o forse tre tombe erano già state sconvolte anticamente. Provengono probabilmente dall'abitato alcuni reperti ceramici recuperati in seguito in un'area prossima alla necropoli.
Museo Nazionale Di Palazzo Mansi Via Galli Tassi, 43 55100 Lucca
Resti non visibili; i reperti sono esposti nel Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca.
Le tombe erano costituite ciascuna da un'olla d'impasto contenente le ceneri del defunto, coperta da una grande scodella in bucchero o in ceramica fine; in alcuni casi l'olla-cinerario era protetta da un dolio tagliato a metà e posto rovesciato su di essa. La tomba 8, probabilmente femminile, presenta alcune particolarità: il cinerario è costituito da un'olla in bucchero con le anse decorate da stampigliature circolari raffiguranti la "signora degli animali"; una coppetta, sempre in bucchero, fungeva da coperchio e, all'interno dell'olla, sono state rinvenute sei fibule in bronzo che forse in origine chiudevano il velo nel quale erano raccolte le ceneri della defunta. Per il resto le tombe erano prive di oggetti di corredo.
Tra i reperti provenienti sia dalla necropoli che dall'abitato sono presenti doli e coperchi d'impasto con listelli plastici applicati, decorazione diffusa tra la fine del VII e la prima metà del VI secolo a.C. nel territorio volterrano e fiesolano.
Elementi quali il rituale funerario, ancora di tradizione villanoviana, l'assenza del corredo nelle sepolture e la limitata estensione (2,50 m) della stessa area sepolcrale, utilizzata per due o tre generazioni consecutive, indicano che la necropoli dovette servire ad un modesto abitato a carattere famigliare, probabilmente non dissimile da quello indagato al Chiarone di Capannori.
  • CIAMPOLTRINI G., L'insediamento etrusco nella valle del Serchio dall'età del Ferro al VI sec. a.C. Nuovi contributi archeologici, in "Studi Etruschi" LVIII, 1993
  • ZECCHINI M., Lucca etrusca. Abitati, necropoli, luoghi di culto, Lucca 1999
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