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Informazioni

Stagione consigliata: primavera - estate
Epoca: III secolo a.C.
Frazione / Località: Capannori
Comprensorio: Piana di Lucca
Contatti: Museo Nazionale di Villa Guinigi
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Posto sul crinale delle Pizzorne che funge da spartiacque tra il bacino della Pescia di Collodi e quello del Serchio, il sito di Pietra Pertusa è articolato in tre colli di altezza compresa tra i 900 e i 960 m s.l.m., dai quali si domina il corso del Serchio ed un ampio tratto della piana lucchese.
Il singolare toponimo (pietra forata) deriva forse dalla presenza, sul rilievo centrale, di un accumulo di grandi massi e lastroni di arenaria, in parte infissi nel terreno, che potrebbero essere i resti crollati di un "dolmen", tombe megalitiche costituite da due o più pietre verticali piantate nel terreno e sormontate da un lastrone orizzontale, in uso presso popoli antichi tra la fine del quinto e la fine del terzo millenio avanti Cristo.
L'interesse archeologico dell'area è da tempo noto grazie ai rinvenimenti effettuati, dalla seconda metà degli anni '60, ad opera di un attento volontariato locale, intervenuto con indagini di superficie e recuperi in occasione dei lavori di sterro per l'apertura di strade forestali. Le informazioni e i reperti raccolti sono in gran parte riferibili ad un abitato ligure della metà del III secolo a.C., che costituisce un importante collegamento tra l'area ligure apuana della Valdinievole e quella della Valle del Serchio (Monte Pisone; Colle delle Carbonaie). Situato sul crinale che sovrasta la stretta del fiume e l'insediamento etrusco coevo di Ponte a Moriano, l'abitato di Pietra Pertusa è inoltre esemplificativo del complesso rapporto di convivenza instauratosi nel corso del III secolo a.C. tra il mondo ligure e quello etrusco. (testo di Susanna Bianchini)
 
Pietra Pertusa, Capannori
Sono ben visibili i grandi massi di arenaria, forse relativi ad una struttura megalitica di cronologia e inquadramento ancora incerti. I resti dell'abitato ligure non sono invece visibili. I reperti sono conservati nei depositi del Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca.
L'insediamento ligure interessava tutti e tre i colli in cui si articola il rilievo di Pietra Pertusa, probabilmente con piccoli nuclei sparsi di abitazioni analoghi a quelli di Monte Pisone. Il tipo di localizzazione inserisce Pietra Pertusa in una serie di piccoli abitati liguri disposti lungo percorsi di crinale, secondo un modello insediativo che caratterizza in particolare il comprensorio della Valdinievole .
Il vasellame a vernice nera, di produzione laziale e campana, e la grande quantità di anfore vinarie recuperate, provenienti dall'Italia meridionale, documentano l'intensità degli scambi commerciali con gli Etruschi nei decenni centrali del III secolo a.C. In cambio delle merci che giungevano a Pisa e negli approdi costieri per via marittima, i Liguri potevano offrire i prodotti della loro economia silvo-pastorale. La fine dell'abitato, nella seconda metà del III secolo a.C., documenta ulteriormente, insieme all'abbandono di Bora dei Frati in Versilia, alla fine cruenta del villaggio etrusco di Ponte Gini di Orentano ai margini della piana dell'Auser al generale mutamento del sistema insediativo ligure (Monte Capriola), la rottura del delicato equilibrio di convivenza tra Etruschi e Liguri, dovuta in gran parte alle mire espansionistiche romane.
  • CIAMPOLTRINI G., L'insediamento ligure nell'alta Valdinievole. Aspetti e problemi, in Bollettino Storico Pistoiese, 1995
  • GRUPPO ARCHEOLOGICO DELLA SEZIONE LUCENSE, Pietra Pertusa, in Rivista di archeologia storia costume, IV, 1, 1976
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