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Santuario dei Santi Pellegrino e Bianco

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Informazioni

Frazione / Località: Castiglione Garfagnana
Comprensorio: Garfagnana
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La chiesa/ospedale di S. Pellegrino in Alpe raggiunse il massimo sviluppo tra XII e XIII secolo, assumendo solo in seguito la connotazione di Santuario per la presenza delle venerate spoglie di S. Pellegrino collocate alla fine del Quattrocento in un'arca marmorea realizzata da Matteo Civitali, la più importante opera d'arte che tuttora si conservi nell'edificio.
Castiglione Garfagnana
L'ospedale di S. Pellegrino "dell'Alpe" - come viene definito negli antichi documenti e nella tradizione orale - nasce sul tratto montano di un'importante strada medievale: dall'antica via Clodia, che da Lucca saliva verso le sorgenti del Serchio, si diramava infatti all'altezza della pianura dove sorgeva la Pieve di Fosciana un ramo che valicava l'Appennino in direzione di Modena. Era dunque un punto focale dell'asse che univa i due principali centri di interesse dei signori di Canossa, poi marchesi di Toscana, per i quali era evidentemente di importanza strategica, ma mantenne ancora fino al Duecento una notevole importanza per il cospicuo traffico di merci tra Lucca e l'area lombardo-emiliana, specie finché Lucca poté disporre di uno sbocco sul mare in Versilia. Non a caso tra i compiti dell'Ospedale, oltre all'assistenza ai viandanti, commercianti e pellegrini c'era quello della manutenzione della strada e della guida a chi la percorreva - compiti che sull'opposto versante erano svolti dalla potente abbazia benedettina di Frassinoro, dotata e tutelata da Beatrice e Matilde di Canossa nel 1071.
È in questo periodo che si ipotizza la nascita dell'Ospedale, che viene attestato per la prima volta nel 1110, come destinatario di una cospicua donazione da parte di un membro della consorteria dei signori di Careggine, titolari di possessi anche nella vicina Pieve Fosciana.
A questa pieve risulta afferire l'ospedale con la sua chiesa nel 1168 e ancora nell'"Estimo"del 1260, benché fin dal 1255 avesse chiesto e ottenuto di essere assoggettato direttamente alla Santa Sede. Fu comunque sempre considerato parte della diocesi di Lucca fino a che, ormai privo delle sue funzioni e divenuto dipendente della vicina chiesa di Chioggia, nel 1826 passò con essa alla neo-formata diocesi di Massa, assieme ad altre chiese collocate in territori di dominio non lucchese, ma estense. Solo nel 1992 tornerà in diocesi di Lucca, con il titolo di parrocchia acquisito nel 1912.
Chiesa e ospedale vivono i loro momenti di più intensa attività nel XII e nel XIII secolo quando le fonti attestano donazioni anche imperiali, l'accrescersi delle rendite e la presenza di numerosi addetti laici (i conversi) che lavorano la terra di proprietà dell'ospedale, pascolano i suoi greggi, hanno il diritto di far la questua in tutto il centro Italia e di riportarne i cospicui frutti senza essere sottoposti a dazi o gabelle. Aderenti alla regola (ma non all'ordine) agostiniana, questi conversi si obbligavano a indossare sempre lo stemma di San Pellegrino.
Nel 1235 è attestata la riedificazione degli edifici annessi alla chiesa, ultimo atto indicativo di discreta prosperità.
A partire dalla seconda metà del Duecento si avvia una progressiva decadenza, che viene solo parzialmente contrastata da una trasformazione da ospizio-ospedale per viandanti e ammalati, in santuario ove venerare le spoglie di San Pellegrino - figura appartenente più alla leggenda che alla storia, non potendosi neppure appurare se si tratti del vescovo-confessore francese protettore dei pellegrini, ovvero di un Pellegrino martire le cui spoglie sarebbero state portate a Lucca nell'VIII secolo o di un vescovo scozzese, che andando pellegrino sarebbe giunto in Garfagnana scegliendola come luogo di eremitaggio.
Essendo ignota la data di morte, la festa di San Pellegrino si celebra nel giorno consegnato dalla tradizione come quello della consacrazione della chiesa: il 1 di Agosto.
In questo mese, e in quello di Maggio, si concentravano i pellegrinaggi, continuati fino a tutto il Seicento: periodicamente venivano date rassicurazioni sulla validità dell'indulgenza che in tal modo si poteva ottenere: una delle prime di questo genere assicurava, nel 1346 che il perdono "per chi si recava a San Pellegrino" era pari a quello di "San Francesco di Sisi".
L'edificio che oggi vediamo appartiene sostanzialmente alla fase quattrocentesca, quando l'ospedale viene tolto alla gestione di governatore e conversi e concesso in giuspatronato ad una famiglia di Castiglione Garfagnana, che ne fornirà i rettori. A due di essi, Lionello e Jacopo de' Nobili, si devono il riadattamento di chiesa e ospedale, attestati anche da una lapide del 1462 e la commissione a Matteo Civitali dell'arca marmorea completata tra il 1474 e il 1484 per il corpo di San Pellegrino.
Le "Visite Pastorali" del Seicento ci consentono di vedere alcune parziali modifiche di questo assetto: la risistemazione delle nude ossa di San Pellegrino, quali si vedevano nella cassa del Civitali e di quelle di un altro misterioso suo compagno, il beato Bianco, che nel frattempo vi si erano aggiunte.
La nuova significativa ricomposizione (attuata anche con il ricorso a cera e affidata ad un celebre anatomista dell'epoca, Girolamo Cremona) previde la sostituzione dell'antica arca con un'urna in legno dorato, da cui si potevano contemplare i corpi santi - e lo spostamento del complesso che era prima posto al centro della chiesa.
Nel 1670 un altro membro della famiglia riedifica il campanile. Ma ormai il sistema di giuspatronato viene sentito solo come possibilità di disporre dei fondi dell'antico ospedale. Gli edifici decadono, l'ospizio viene abbandonato completamente, la chiesa rientra nella piena cura della diocesi.
In anni recenti, per interessamento dell'allora rettore della chiesa, Don Luigi Pellegrini nei locali dell'antico ospizio è stato aperto un museo etnografico, di proprietà della Provincia di Lucca.
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