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Informazioni

Frazione / Località: Capannori
Comprensorio: Piana di Lucca
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Il vasto territorio del comune Capannori si estende tra l'Altopiano delle Pizzorne, i Monti pisani e la piana di Lucca formata dal prosciugamento del lago di Bientina. Le alture intorno al capoluogo sono disseminate di numerosi luoghi fortificati, castelli e torri medievali, alternati a ville rinascimentali dalle eleganti e raffinate architetture.
Costruiti ad un'altitudine tale da rendere possibile la coltivazione di vite ed ulivo, i siti fortificati non erano soltanto presidi militari ma veri e propri villaggi dediti all'agricoltura.
Molti dei castelli del comune di Capannori sono menzionati dalle Croniche manoscritte dello storico quattrocentesco Giovanni Sercambi. Tra le fortezze che avrebbero dovuto essere riparate per contrastare l'avanzata Pisa verso Lucca, lo storico indica la pieve di Compito, la fortezza di Sant'Andrea, la Fortezza di San Giusto, di Vorno, di Guamo, il castello di Montecarlo, mentre tra quelle distrutte nel 1313 da Uguccione della Faggiola, condottiero dei pisani, ricorda i castelli di Compito, di Vorno, Castelvecchio, Nossano.
Capannori
Monte Castellaccio
Vorno è un bellissimo borgo racchiuso tra le colline dove sono incastonate maestose ville, splendidi casolari in pietra circondati da uliveti e ombreggiati dalle pergole. Il suo territorio conserva, sulle montagne dintorno, preziose tracce di antichi castelli necessari a Lucca per difendersi dagli attacchi di Pisa e di Firenze.
Le località di Monte Castellaccio, A Castello e Monte Zano ospitano i resti di un compatto sistema di fortificazioni delle quali non è facile descrivere separatamente le vicende.
Il castello sito a Monte Castellaccio controllava le due strade che conducevano a Pisa. I suoi resti, disposti sulla sommità del colle, non sono attualmente visibili a causa della fitta vegetazione boschiva. Se ne hanno citazioni documentarie fin dalla metà del secolo XII, anche se non è identificabile la famiglia che in origine lo possedeva.
Analogamente, il sito denominato A Castello non può essere mappato a causa della fitta vegetazione. Esso domina la via per Santallago, antica strada in direzione di Pisa.
In posizione più elevata, si trovano, invece, i resti del castello che prende il nome dal Monte Zano. Il sito già fortificato dalla natura, perché su un ripido pendio, permetteva un'ampia visuale e controllava il valico di Monte Croce Vornese.

Il Compitese
L'area collinare del Compitese è disseminata di ruderi di castelli, talvolta difficilmente raggiungibili e leggibili a causa della vegetazione boschiva.
Sul Col dei Lecci, alle spalle del paese di Compito, qualche resto di mura e un cumulo di macerie, che con probabilità appartenevano a una torre, sono ciò che rimane dell'antico castello. La sua posizione consentiva il controllo sia dell'area verso Pieve di Compito che verso l'ormai scomparso lago di Sesto.
Anche Pieve di Compito aveva la sua fortificazione, su una collina a nord est del paese oggi conosciuta col nome di Monte Castellaccio. Probabilmente distrutta fin dal XIV secolo, i suoi resti sono costituiti da affioramenti murari, cumuli e frammenti di ardesia che fanno presumere l'esistenza di abitazioni o magazzini. Soltanto nel 1994, a causa di un incendio boschivo, è stato possibile effettuare un saggio superficiale del sito, che la vegetazione ricopre inesorabilmente.
Castelvecchio di Compito si trova in una posizione panoramica su una delle propaggini del monte Serra. L'importanza strategica del luogo consentiva un facile controllo del lago di Sesto, importante via di comunicazione per i lucchesi e, contemporaneamente, la sua altitudine lo proteggeva dagli influssi malsani delle acque stagnanti. Nelle Memorie di Giovanni Sercambi, Castelvecchio è descritta come una fortezza da presidiare per difendere Lucca dall'invasione pisana. Del castello si parla anche in alcuni documenti, ma oggi è difficile identificarne l'estensione precisa. Negli anni Ottanta del Novecento, molti paramenti in pietra originali sono stati purtroppo nascosti dalle stuccature eseguite per il restauro delle abitazioni. Al contrario, a fianco della chiesa, si nota tuttora un tratto di muratura antica, forse appartenere al mastio del castello.

Sant'Andrea di Compito
Famoso per le splendide ville patrizie che aprono i cancelli durante la festa della camelia, S. Andrea di Compito era un luogo fortificato necessario a Lucca per contrastare gli attacchi pisani. Nella documentazione del secolo XIV è nominata infatti una "fortezza di Santo Andrea" che avrebbe dovuto essere rifornita di armamenti munizioni e viveri per frenare l'avanzata pisana. Attualmente, si conserva, in buono stato, una torre di segnalazione, in omonima località. Ha un tetto a padiglione, privo di merli e beccatelli dove si trova tuttora il cesto in ferro per le segnalazioni a fuoco e fumo. Mancano invece tutte le parti in legno come le scale e i ballatoi.

Castellaccio o Col di Pozzo a Matraia
A cavallo della valle della Fraga, il castello poteva controllare la via che univa la Garfagnana con la valle del Serchio. I ruderi del castello, qualche tratto della cinta muraria, la base della torre e resti delle abitazioni, sono facilmente raggiungibili grazie al fatto che la sua chiesa è stata trasformata in santuario ed è meta di pellegrinaggi. Esso aveva due cinte murarie concentriche di cui la esterna con muratura a filaretto riempita all'interno con muratura a secco. Il castello venne distrutto nel 1327 da Castruccio Castracani.

Castellaccio di Segromigno Monte
Il borgo è racchiuso intorno alla chiesa romanica del secolo XII ai piedi del colle detto Castellaccio su cui si trovano miseri resti dell'omonimo castello medievale. Il territorio è in una posizione straordinaria ed è disseminato da bellissime ville appartenute all'antica nobiltà lucchese.

San Gennaro
È un borgo piuttosto grande situato in una posizione panoramica da cui si domina la valle di Collodi. Nel Medioevo era il luogo adatto per la costruzione di un castello di cui, purtroppo, non si è conservata alcuna traccia. La non elevata altitudine, poco più di 250 metri sul livello del mare, consentiva inoltre la coltivazione di viti e ulivi e quindi garantiva il sostentamento della comunità. Probabilmente il castello, proprietà dei signori di Porcari, venne distrutto nei primi del secolo XIII ma le cronache antiche non concordano sulla descrizione degli eventi. Giovanni Sercambi individua infatti le cause nel rifiuto dei signori locali di giurare fedeltà all'autorità lucchese mentre per il Tommasi la distruzione dei castelli di Porcari, di Gragnano e di San Gennaro è legata a una rivolta popolare contro i porcaresi che uccisero il podestà di Lucca.
  • FRILLI M., Capannori itinerari archeologici II, Tipolito, Lucca 1998
  • MORETTI A., Capannori e la sua storia, Scuola Tipografica Artigianelli, Lucca 1957
  • SERCAMBI G., BONGI S. (a cura di), Il libro delle Croniche, Roma 1892
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