Il Museo Etnografico Don Luigi Pellegrini è ospitato all'interno del medievale Ospedale di San Pellegrino (XI – XII sec.), luogo di assistenza e di ricovero per i viandanti e i pellegrini che oltrepassavano in questo punto l'Appennino. È una delle più importanti raccolte di oggetti di cultura materiale del centro Italia. Il materiale esposto è espressione della tradizione artigianale, contadina e pastorale della Valle Del Serchio e dell'Appennino tosco-emiliano, e copre un arco di tempo che va dall´inizio del XIX secolo ad oggi. Il percorso espositivo è articolato in 14 sale organizzate secondo diversi temi: dalle ricostruzioni di ambienti relativi alla casa rurale (la cucina, le cantine, le camere da letto), alla proposizione di cicli produttivi (la pianificazione, la filatura e tessitura, l'attività casearia). Un notevole numero di attrezzi documenta il lavoro agricolo, con riferimento ai diversi momenti dell'attività del contadino (aratura, mietitura, lavorazione e conservazione dei prodotti) e quello artigiano riproponendo la bottega, l'officina del fabbro, la falegnameria, la fabbrica delle candele.
Il museo dal novembre 2018 alla data attuale è chiuso per necessità di adeguamento in materia di sicurezza.
Gallery:
Details:
- AA.VV., Il museo di San Pellegrino in Alpe e l'affresco di Luciano Guarnieri, Amministrazione provinciale di Lucca-Centro Tradizioni popolari, Lucca, 1987
- BIAGIONI P.L., Il Museo etnografico di San Pellegrino in Alpe, Lucca 1990
Tra il 1960 e il 1970, Don Luigi Pellegrini raccolse materiale per presentare una mostra che testimoniasse, attraverso oltre 4000 oggetti esposti, la civiltà rurale ormai quasi completamente scomparsa. Il successo ottenuto dall´esposizione permise, parallelamente ai lavori di restauro dell'Ospizio, a cura della Soprintendenza di Pisa, l'apertura di altre sale.
Di particolare interesse per la loro unicità sono in alcune sale come: la sala della filatura e tessitura, con grandi telai manuali e campioni di tessuti; la bottega del ciabattino con la ricostruzione del vecchio ambiente di lavoro di un artigiano del vicino paese di Chiozza; l'officina del fabbro; la bottega del falegname, tutte con gli antichi strumenti di lavoro. La preparazione delle candele di cera da illuminazione domestica e per uso devozionale nelle chiese, è documentata con la ricostruzione di un laboratorio artigiano dotato del corredo di utensili e di ingegnose macchine di difficile reperimento.
Nel 1984 è stata donata all'Amministrazione provinciale di Lucca che ne cura la gestione promuovendone la valorizzazione e l'attività scientifica.
Attrezzi da lavoro agricolo, attrezzi da lavoro artigianale, suppellettili domestiche, ricostruzioni ambientali.













