 
                                Le ricerche archeologiche degli ultimi anni hanno chiarito il problema, a lungo dibattuto, sull'origine ligure o etrusca della città di Pisa, riconoscendone l'antico e inequivocabile carattere etrusco.
L'insediamento si formò in un contesto ambientale diverso dall'attuale, entro un'area lagunare prossima alla linea di costa, sfruttando le dune ed i cordoni fluviali alla confluenza di un ramo dell'Auser con l'Arno.
Già dall'età del Ferro, l'area fu interessata da piccoli abitati villanoviani che, nel corso dell'età arcaica, dettero origine al centro urbano. La posizione geografica ne favorì precocemente la vocazione marittima e lo sviluppo economico, confermati dal rinvenimento nella città di una grande quantità di oggetti – anfore da vino e da olio, vasellame di pregio – provenienti dall'Etruria meridionale e dal mondo greco.
Dunque, alla fine del VII sec. a.C., l'insediamento di Pisa costituiva già il punto di riferimento, economico, culturale e politico, di una vasta area, estesa nell'interno alla bassa valle dell'Arno e alla valle del Serchio, e, sulla costa, dalla Versilia al litorale livornese.
La prosperità di Pisa e la centralità del suo ruolo economico continuarono anche nel corso dell'età classica, quando la città rafforzò il controllo sul territorio con la creazione di un sistema di insediamenti di altura in posizioni strategiche.
Un momento di trasformazione si ebbe probabilmente tra la fine del V e il IV sec. a.C., con il rapido declino di numerosi insediamenti del territorio. Nei primi decenni del III sec. a.C., Pisa entrò nell'orbita degli interessi di Roma, divenendone probabilmente una città alleata. Il suo porto svolse un ruolo fondamentale nella politica espansionistica romana.
All'inizio del I sec. a.C., dopo la guerra sociale, anche Pisa, come gran parte delle città italiche, divenne probabilmente municipio e, acquisendo la piena cittadinanza romana, fu ascritta alla tribù Galeria.
La prosperità di Pisa perdurò quindi per tutta l'età imperiale: attraverso l'importante porto e l'articolato sistema di approdi marittimi e fluviali, serviti nell'interno da agevoli vie d'acqua quali l'Arno e l'Auser, riceveva merci da tutto il bacino del Mediterraneo ed esportava i prodotti agricoli ed artigianali di un vasto retroterra.
Details:
La deduzione della colonia di veterani Opsequens Iulia Pisana, avvenuta tra il 41 e il 27 a.C., comportò la generale riorganizzazione, bonifica e divisione del territorio (centuriazione) e, certamente, anche interventi sul tessuto urbano della città. Molti ritengono che in questa occasione l'impianto urbano sia stato completamente ristrutturato secondo uno schema regolare con assi viari ortogonali in parte ricalcati dalla viabilità medievale e moderna. Purtroppo le scarse testimonianze archeologiche non permettono di confermare queste ipotesi né di tracciare un quadro coerente della città di età romana. L'area propriamente urbana doveva comunque estendersi sulla riva destra dell'Arno e il Foro viene concordemente localizzato nell'area di piazza dei Cavalieri.
Tra i numerosi edifici pubblici e sacri, l'unico complesso visibile è quello dei cosiddetti Bagni di Nerone, un edificio termale, i cui resti si trovano presso l'odierna Porta a Lucca, costruito negli ultimi due decenni del I sec. d.C..
Nel I sec. d.C. venne realizzata una nuova banchina di attracco nell'area del porto fluviale di S. Rossore, già soggetto ad un progressivo interramento, ma certamente attivo, come indicano i numerosi relitti recuperati, fino all'età tardoantica.
L'edilizia privata è documentata da resti di murature e di pavimenti ritrovati in varie zone dell'attuale città, tra i quali in particolare i frammenti a mosaico da una domus scavata nel XIX secolo in Piazza del Duomo. All'interno o in prossimità dell'area urbana si trovavano anche alcune delle fabbriche di vasellame da mensa in terra sigillata italica di cui Pisa fu uno dei maggiori centri di produzione ed esportazione.
Secondo le più recenti valutazioni, Pisa sembra aver assunto una fisionomia urbana nel corso dell'ultimo quarto del VII sec. a.C.
Dai piccoli agglomerati villanoviani dislocati soprattutto nell'area occidentale, si comincia ad intravedere, nel corso della prima metà del VII sec. a.C., la formazione di più nuclei insediativi, separati da ampi spazi liberi e, forse, concentrati attorno a residenze aristocratiche. Allo stesso modo, la necropoli coeva, recentemente scoperta in via S. Iacopo, con il grande tumulo monumentale circondato da una serie di tombe più piccole e modeste, pare riflettere, nell'ambito funerario, l'organizzazione sociale gerarchica della comunità etrusca nella fase proto-urbana.
Dall'ultimo quarto del VII e nel corso del VI sec. a.C., le aree abitate si estendono invece in tutto il settore a nord dell'attuale corso dell'Arno, segno evidente dell'espansione demografica; compaiono edifici a carattere sacro, come quello indagato in Piazza del Duomo; le abitazioni evolvono verso forme con pianta regolare e si diffonde l'impiego di laterizi nelle coperture e, talvolta, di elementi di decorazione architettonica.
Il tessuto urbano di età classica non doveva apparire molto diverso da quello di età arcaica: le necropoli continuarono ad occupare la fascia settentrionale del territorio, mentre in città, alcune trasformazioni si colgono solo a partire dall'avanzata metà del V sec. a.C.
Dalla fine del IV sec. a.C., un rinnovato fervore edilizio si accompagna probabilmente ad un notevole incremento demografico che, nel corso del successivo III sec. a.C., porterà all'occupazione, a fini abitativi, di aree prossime alla città, precedentemente utilizzate da necropoli. Rientra tra queste, la zona presso la chiesa di S. Zeno dove, in particolare, si sviluppa un quartiere artigianale per la produzione ceramica.





