Libretto
Giovacchino Forzano, terzo pannello del Trittico.
Prima rappresentazione
New York, Metropolitan Opera House, 14 dicembre 1918.
Trama
È il primo settembre dell’anno 1299. Gianni Schicchi, noto in tutta Firenze per il suo brillante ingegno, viene convocato con urgenza dai parenti di Buoso Donati, un ricco mercante appena deceduto. La famiglia si trova in una situazione delicata: Buoso, infatti, ha lasciato in eredità tutti i suoi averi a un convento di frati, escludendo completamente i suoi congiunti. Disperati e bisognosi di una soluzione, i Donati chiedono a Schicchi di trovare un’idea astuta per sistemare la faccenda. Inizialmente, Schicchi si rifiuta di aiutarli. Tuttavia, le suppliche di sua figlia Lauretta – espressa nella famosa romanza «O mio babbino caro» – lo convincono a riconsiderare. Lauretta è innamorata di Rinuccio, giovane nipote di Buoso Donati, e Schicchi decide di agire per amore della figlia, ideando un piano geniale che finirà per trasformarsi in un beffardo colpo di scena.
Per la stesura del libretto della terza parte del Trittico dapprima Puccini si rivolse allo scrittore francese Tristan Bernard, autore di numerosi lavori teatrali di successo e noto in Francia anche come romanziere, il quale gli suggerì come soggetto una sua favola. Tuttavia, tale progetto andò in fumo, quando Giovacchino Forzano attirò l’attenzione del compositore sulla Divina Commedia e sulla bizzarra figura di Gianni Schicchi. Secondo alcuni, invece, il merito della fortunata scelta spetta a Puccini, che leggeva spesso Dante e aveva sempre con sé un’edizione tascabile del capolavoro.
La composizione dell’opera, avvenuta quasi tutta a Viareggio, iniziò nel luglio 1917 e si concluse il 20 aprile 1918, tranne la breve interruzione in settembre per la messa a punto di Suor Angelica. Quando i tre atti unici furono rappresentati al Metropolitan di New York, il 14 dicembre 1918, il successo pieno l’ebbe Gianni Schicchi, assai più applaudito di Tabarro e dell’”anemica” Suor Angelica.





